Tieni traccia del passato,
Ryder Carroll
ordina il presente,
progetta il futuro
Da quando il fenomeno Bullet Journal è esploso qualche anno fa, molte sono le persone in Italia e nel mondo che hanno voluto provare ad adottare questo metodo. Ma cosa è il metodo Bullet Journal e perchè ha così tanto seguito tra donne e uomini di diverse età e condizioni sociali? Per saperne di più, partiamo letteralmente dall’ ABC…
A – Analogico, ossia carta e penna. Non ti serve nient’altro. Puoi comprare il Bullet Journal ufficiale, quello meno costoso di Flying Tiger, qualcosa di più sostenibile a livello ambientale o fatto artigianalmente. Le opzioni sono infinite, per le tasche di tutte!
B – BuJo. Così è come i fan più sfegatati del metodo Bullet Journal chiamano il journal, ossia il quaderno/diario che usando, un misto tra la prima sillaba di entrambe le parole. Prova a cercare l’hashtag #bujo su Instagram – ti si aprirà un nuovo mondo!
C – Collezione. Ryder Carroll scrive: “qualunque sia l’informazione che devi organizzare, c’è una collezione per quello“. Ci sono le collezioni standard, come il “Daily Log” e quelle personalizzate, che si creano a seconda del bisogno. Un esempio? Ristoranti in cui sei stata, serie TV viste fino ad ora o tenere traccia del percorso di workout che si sta facendo.
D – Daily Log, ossia il programma della giornata. Semplicemente consiste nell’elenco di eventi, cose da fare (task) e appunti relativi a una sola giornata. Solitamente viene titolato con il giorno della settimana e la data.
E – Eventi, ossia le cose da fare che sono legate a una specifica data (e orario). Questi posso essere inseriti in anticipo, così da calendarizzarli, o una volta accaduti, per tenerne traccia.
F – Future log, ossia il registro di eventi e cosa da fare relativi ai prossimi mesi. Solitamente viene creato a inizio anno così da avere un posto nel BuJo in cui segnare cose che sono già note (come i compleanni) o impegni e scadenze che non fanno riferimento al mese in corso. Un metodo alternativo per segnare eventi e task future è quello di usare il Calendex, una versione schematizzata del Future log.


G – Gratitudine. Il Bullet Journal non da’ importanza solo alla produttività ma all’intera persona, perchè solo così può davvero prendere in mano alla tua vita. Riflettere e scrivere le cose di cui sei grata, ogni giorno o meno, è uno degli esercizi più semplici ma allo stesso tempo più efficaci per cambiare il tuo modo di pensare alla vita. Può scrivere una parola o frasi al giorno, o decidere di illustrare le cose più importanti ogni mese.
H – Habit tracker, una delle collezioni più comuni che serve per tenere traccia dei progressi rispetto ad abitudini che si vogliono inserire nella propria vita, come leggere o completare la skin care al mattino. Può anche essere usato per monitorare quante volte si adottano comportamenti che si voglio evitare, come ad esempio spendere più di un tot di ore al telefono o guardando la tv.


I – Imperfezioni. Gli errori fanno parte della vita, e quindi anche del tuo BuJo. Leonard Cohen ha scritto “C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce“, ed il messaggio che Carroll vuole trasmettere con il suo metodo è che gli errori sono occasioni di crescita, null’altro.
L – Liste, elemento chiave del Bullet Journal, che però non si limita a un mero elenco ma punta alla prioritizzazione delle voci elencate. Che si tratti di cose da fare o sogni nel cassetto, c’è sempre almeno un fattore che può essere usato per classificare e decidere cosa precede cosa.
M – Monthly Log, ossia la visione mensile di tutti gli eventi e cose da fare del mese. Che sia una lista o in forma di calendario, piena di scritte con colori diversi, disegni o decorata con adesivi e washi tape, poco importa. Da una parte c’è la lista di eventi e cose da fare collegati a una data, dall’altra una pagina dedicata alle cose da fare non necessariamente in un giorno preciso.
N – Notes, ossia fatti, idee, pensieri e osservazioni che si vogliono registrare. La chiave per non trasformare il BuJo nel tuo diario personale è quello di limitarsi alle informazioni essenziali.
O – Obiettivi. I goals, o obiettivi, ti permettono di definire quello che vuoi, nel breve e lungo periodo. Nel libro, Carroll introduce il “metodo 5, 4, 3, 2, 1” che consiste nel riflettere sugli obiettivi che si vogliono raggiungere tra 5 anni, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni e 1 ora. Se crei la tua “goals collection” non dimenticarti di decidere quali sono prioritari e di scorporare quelli più complessi in obiettivi più piccoli, a loro volta scomponibili in cose da fare. Questo ti aiuterà tantissimo non solo a livello di motivazione (fare una cosa è più facile che raggiungere un macro obiettiv) ma anche a realizzare i tuoi progetti più grandi.
P – Personal Development, tradotto in italiano con crescita personale. Quello che conta nel tuo BuJo è il contenuto, non la forma, perchè solo quello ti porta a interrogarti su come crescere e migliorare come persona. Non lasciarti ingannare dai bellissimi journal decorati da acquarelli, mille adesivi, washi tape, o evidenziatori… non è quello che ne garantisce l’efficacia.
Q – Questions, o meglio “la tecnica dei 5 perchè” usata da persone come il fondatore della casa automobilistica Toyota per scomporre problemi complessi in componenti singole. Come fare? Molto semplicemente, una volta individuato il problema, ci si chiede “perchè?” e, una volta risposta, di nuovo ci si chiede “perchè?”, e via così per un totale di cinque perchè. Una volta completato il processo, risulta più facile individuare le opzioni a disposizioni per affrontare il problema iniziale.
R – Riflessione, il cuore del bullet journal dato che è l’azione che ti permette di aumentare l’intenzionalità e poter così prendere decisioni migliori. Tre sono i momenti di riflessione che il metodo Bullet Journal prevede: la riflessione giornaliera, sia al mattino che alla sera, la riflessione a fine mese e quella a fine anno. La riflessione quotidiana è quell’esercizio che al mattino ti permette di pianificare la giornata e fare spazio nella tua mente per quello che verrà. Alla sera, invece, serve per rilassarti, rigurdare il daily log e aggiornalo segnando cosa fatto, cosa rimandato e cosa non è più rilevante, ma anche per apprezzare i progressi fatti. La riflessione a fine mese e a fine anno hanno lo scopo di rivedere come è stato trascorso il periodo appena finito, capire cosa deve esser spostato in quello successivo, e ripensare a cosa è davvero importante e cosa invece non lo è.
S – System, perchè il Bullet Journal non è uno strumento ma un metodo la cui missione è quella di renterti più consapevole di come spendi le due risorsi più importanti della tua vita: il tuo tempo e la tua energia.
T – Tracker, un esempio concreto di come un obiettivo complesso possa essere destrutturato in piccoli e fattibili passi. Un esempio? voler depositare 1.000€ all’anno in un fondo dedicato al vostro sogno più costoso. Un obiettivo che può spaventare (tre zeri non sono pochi!) può diventare più affrontabile se si tiene traccia di quanto di risparmia, 5€ alla volta. Lo stesso vale per i 20 libri da leggere in un anno o il corso che si deve completare entro una determinata data.
esempio di tracker per esercizi di ginnastica esempio di tracker per ordini online esempio di tracker per spese esempio di tracker per peso e livello di stress
(mi sa che ero troppo stressata persino per tracciarlo!)
U – Uomo… eh sì, “l’inventore” del BuJo è un uomo, Ryder Carroll. La sua storia, e di come il disturbo da deficit di attenzione l’ha portato a sviluppare questo sistema è narrata all’inizio del suo libro “Il metodo Bullet Journal“.
V – Viaggi, uno di queli argomenti che va davvero a braccetto con il BuJo. Questo metodo è infatti fantastico per pianificare il viaggio, organizzare il programma (o il menù – dai un’occhiata qui per sapere cosa intendo) delle varie giornate, tenere traccia di quanto si spende e prendere nota delle riflessioni che si vengono quando rilassate in spiaggia.
Z – Zeigarnik effect. Un nome complicato per semplicemente indicare che l’essere umano è portato a ricordare più facilmente una cosa da fare se scritta da qualche parte.
Se questo metodo sembra fare al caso tuo, ti consiglio di leggere il libro di Ryder Carroll ma anche di fare una ricerca su Youtube perchè c’è davvero tanto materiale interessante, in italiano ma anche in inglese e altre lingue.
Sull’account Instagram di millecosedafare_blog trovi poi una serie di video flip through in cui ti mostro alcuni dei miei journal.
Ti aspetto lì per un commento!
Un abbraccio,
Chiara
Articolo scritto bene, bravissima hai avuto il coraggio di scrivere Il sacrosanto elenco ahah, sempre più persone si avvicinano al bujio grazie a Instagram ma in pochi davvero sanno sfruttarlo e trarne vantaggio, per la moltitutidine di instagramer è solo una moda, personalmente lo uso da due anni e il mio è proprio come quello di Carrol minimal ed essenziale, decisi di leggere il suo libro a seguito di una profonda crisi personale e da li un po’ le cose sono cambiate, ottimo post.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie! e sì, ci voleva un elenco chiaro che altrimenti tra schemi e bujo super artistici, chi vuole approcciarsi a questo metodo ne rimane un pochino intimorito. Anche io ho cominciato a usare il bukket journal anni fa, in un periodo difficile, ed è stato il suo aspetto minimal e funzionale a renderlo davvero utile.
"Mi piace""Mi piace"